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Galleria fotografica: Roma, Firenze, Venezia -
Scegliere
tra centinaia di foto di Roma, Firenze, Venezia è impresa
assai ardua. Illustrare un angolo di città comporta il sacrificio
di altre bellezze, allo stesso modo vertici di un’idea, di
un momento storico.
Camminando per le vie di questi tre gioielli si ripercorre la storia
del mondo e dell’uomo, senza sconti, sperimentando un’emozione
che nessun trattato può dare.
È
assolutamente vero, però, che la visita non può risolversi
nella ricerca distratta e frenetica di quella piazza, di quell’arco:
bisogna “vivere” la città, salire sui mezzi pubblici,
degustare i piatti tipici, frequentare i posti di ritrovo e i locali
alla moda.
ROMA |
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Chi
parte per visitare Roma deve sapere che è impossibile sviscerarla
integralmente in un solo viaggio, qualunque sia la sua durata: il
centro storico è talmente esteso, l’offerta culturale è così ricca,
che anche per turisti incalliti è facile arrendersi.
A differenza di altri luoghi storici, i punti più importanti solo
dislocati a chilometri di distanza tra loro: tra queste emergenze assolute
ci sono innumerevoli altre realtà, memorabili ugualmente, ma poco
conosciute dal turista distratto. Un immenso museo all’aperto che
ostenta il proprio patrimonio senza restrizione, con un pizzico di prepotenza.
Da dove cominciare? Se è la prima volta che andate a Roma, muovete i primi
passi con l’archeologia e le antichità: l’Anfiteatro Flavio,
detto Colosseo, quindi i Fori imperiali, il Campidoglio, piazza Venezia, per
continuare con le grandi fontane a piazza di Spagna, piazza Navona, piazza Barberini,
senza tralasciare il Pantheon, Sant’Ignazio, piazza del Popolo, villa Borghese;
e ancora San Giovanni in Laterano, il Quirinale, piazza Colonna, la fontana di
Trevi. Lasciate per ultimo (o ponete al primo posto) San Pietro.
Qualora il vostro viaggio prosegua ulteriormente, abbinate un museo e “scandagliate” un
quartiere alla volta, senza tralasciare nulla, cercando di scoprire tutte le
altre cose che ruotano attorno ai luoghi di cui sopra: ad esempio, piazza di
Spagna presuppone via dei Condotti, Trinità dei Monti, la Madonnina, il
Collegio di Propaganda Fide, Sant’Andrea delle Fratte, via del Corso, la
fontana “la Barcaccia”.
Non dimenticate di aggiungere Trastevere, il Gianicolo, e qualche monumento di
rilievo, lontano dal nucleo cittadino (vedi Santi Pietro e Paolo).
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1
- Abbiamo scelto questa foto come portabandiera del nostro viaggio
virtuale, perché racchiude alcune peculiarità della
città eterna:
a) Roma è il centro della cristianità: alle
spalle del fotografo si erge la basilica di San Pietro; b) è la
città degli obelischi: in particolare alla sommità di
questo si dice ci sia la vera croce che Gesù trasportò a
Gerusalemme; c) l’architettura del 1600 è espressa
ai massimi termini (lo splendido colonnato di G. L. Bernini
lo dimostra in modo eloquente). Inoltre è da sottolineare
che alcune parti del tessuto urbano sono state cancellate:
ad esempio, sotto il governo fascista, per costruire via
della Conciliazione fu raso al suolo un intero quartiere. |
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2
- Il Foro romano è l’ideale per passare
una mattinata. È consigliabile partire dal Colosseo,
attraversare tutto il Foro, per poi salire al Campidoglio.
Questa foto, scattata qualche minuto prima di giungere a piazza del Campidoglio,
praticamente una tappa obbligata, è molto ricca di elementi: cerchiamo
di orientarci.
Sullo sfondo, al centro dell’immagine, è ben visibile l’anfiteatro
Flavio, detto Colosseo.
Questo simbolo della città di Roma, di forma ellittica, era il luogo dove
si svolgevano i combattimenti tra gladiatori, ma non solo (alcuni storici riportano
allestimenti per battaglie tra navi). Oggi è raffigurato sulla moneta
da 5 centesimi.
Si apprezza l’arco di Tito, a un solo fornice, dove venne utilizzato per
la prima volta il capitello composito (ionico + corinzio); subì gravi
danni nel medioevo (fu restaurato da Valadier nel 1882).
L’area del Foro rappresentava il cuore della vita commerciale, politica
e giudiziaria di Roma antica. Dopo la bonifica (in origine era una valle paludosa),
ebbe inizio lo sviluppo della zona secondo fasi alterne. Durante il medioevo
patì una condizione di abbandono; in seguito divenne una cava per il reperimento
di marmi e materiali da costruzione. Solo alcuni disegni di epoca rinascimentale
ci testimoniano alcuni monumenti andati distrutti.
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3
- L’arco di Costantino è il più imponente
fra gli archi di trionfo romani: alto 21 m, fu costruito per
celebrare la vittoria su Massenzio al ponte Milvio, nel 312
d.C.. Si trova vicino al Colosseo; dal fornice centrale (con
una angolazione differente rispetto alla foto) si intravede
il palazzo della FAO; costituisce il termine di via di San
Gregorio Magno.
È
del tipo a tre fornici, con otto colonne corinzie, monolitiche,
che reggono una trabeazione continua. Gran parte delle sculture
decorative provengono da monumenti preesistenti. La coesistenza
di elementi temporalmente differenti permette di apprezzare
i cambiamenti nella rappresentazione: i tondi e i bassorilievi
coevi all’architettura esprimono una civiltà in
decadenza, le forme cominciano ad assumere una importanza gerarchica,
l’equilibrio, la dignità delle figure presagiscono
i cambiamenti che avverranno nella società che nel giro
di circa 300 anni porteranno alla caduta dell’impero
romano.
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4,5
- Sant’ Ivo alla Sapienza, all’interno
del palazzo dell’archivio di stato, è fra le
architetture più rappresentative dello stile barocco.
L’artefice è Francesco Borromini, collaboratore
e insieme nemico di Bernini.
L’artista organizzò la forma esterna rispetto
al cortile contrapponendo l’esedra concava di Della
Porta a un tamburo convesso, rinunciando così alla
costruzione di un portale, che avrebbe trascinato l’ occhio
dello spettatore verso il basso. La cupola è fasciata
per 2/3 entro un tamburo a sei lobi, appena rigati dal cristallino
risalto delle lesene, che accentuano la qualità luminosa
dei piani: tale effetto è ancora più evidente
tra il travertino del cortile più scuro e lo splendore
dell’intonaco del tamburo, che assume il valore di
sorgente luminosa.
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In
seguito l’accento luministico si fa più intenso:
a livello del lanternino, sei finestre si aprono al fondo di
una superficie fortemente incurvata che dà spicco a binari
di colonne. La struttura si sviluppa con un avvitamento a spirale,
l’unico al mondo capace di suscitare uno slancio verso
il cielo.
Osservando queste forme si comprende l’elemento fondamentale
dell’architettura borrominiana: la struttura risulta dal dialogo
tra l’interno e l’esterno, le pareti sono modellate dall’atmosfera.
I muretti che collegano il tamburo con la lanterna, la cupola che
sembra liberarsi dal tamburo ci dicono che la regola deve essere
ricercata nel flusso delle masse e va letta dal basso verso l’alto,
senza saltare nemmeno un punto. L’evoluzione è verso
forme più aperte, fino a quando l’avvitamento a spirale
si perde nello spazio, come a dissolversi nell’atmosfera. |
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6,7,8
- San Pietro nel 1500 e nel 1600 rappresentava una
straordinaria palestra e passerella per tutti i più grandi
architetti: vi lavorarono Bramante, Michelangelo, Maderno,
Bernini, |
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Borromini
e tanti altri. I fedeli che si osservano danno un’idea
della grandiosità dell’edificio, dell’armonia
voluta da Michelangelo, che resiste ed è apprezzabile,
nonostante le modifiche di Bernini. La pianta a croce greca ha
ceduto alla
storia: Carlo Maderno, in piena Controriforma, la trasformò in
croce latina. |
Bernini
nel 1600 modificò l’interno e anche la facciata
con due brutti campanili, la cui completa costruzione fu poi
abbandonata; San Pietro, infatti, poggia su aree geologicamente
diverse tra loro: questo fatto portò a continue lesioni
al basamento dei due campanili. Con la pianta a croce greca la
chiesa avrebbe poggiato su un’unica tipologia di terreno.
Al di là di tali questioni, è inutile dire che
ci troviamo di fronte a un’opera di valore inestimabile:
all’interno sono custoditi la Pietà di Michelangelo,
nella navata destra appena si entra, alcune opere scultoree di
Bernini, il baldacchino, alla cui esecuzione partecipò anche
Borromini, eccezionale per le colonne tortili, che è insieme
scultura e architettura, alto più di 20 m, costruito
prelevando il bronzo nel Pantheon. Non parliamo poi della cupola
di Michelangelo, che è il giudizio universale traslato
in architettura, per la sua forza centrifuga.
Ci vuole un’ora per visitarla integralmente. |
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9
- Ottobre 2004: nelle sale dei palazzi del Campidoglio
viene firmata la costituzione europea. Presenti capi di stato,
ministri, fotografi.
Quale posto migliore per un evento di tale portata: spazio
non dispersivo, interamente progettato da Michelangelo (tra
l’altro abitava dove ora sorge l’altare della Patria),
al centro la statua equestre di Marco Aurelio (in realtà è una
copia), rappresentante del popolo latino che ha fatto nascere
mezza Europa.
Il palazzo che potete osservare è palazzo Nuovo; dietro l’obiettivo
si erge Palazzo dei Conservatori, sede dei musei Capitolini; palazzo Senatorio,
a destra, è il municipio.
Una bella scalinata permette di raggiungere piazza Venezia.
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10,11,12
- Il fascino dell’ architettura del 1600 è tutto
racchiuso in queste immagini che esprimono una forza assolutamente
nuova rispetto alla tradizione rinascimentale.
Situata a metà strada tra Santa Maria Maggiore e piazza di Spagna,
San Carlo alle quattro fontane (restaurata da circa tre anni) apre e
chiude l’itinerario artistico di Francesco Borromini. Anche questa
volta i committenti (i padri Trinitari) facevano parte di gruppi religiosi
poveri.
La cupola nella prima foto è alleggerita da lacunari esagonali,
ottagonali e cruciformi, che danno luogo a un flusso di masse, dirette
verso la forma pulita del lanternino, che sintetizza la pianta della
chiesa, come a voler indicare il punto di arrivo dello sguardo. La luce
in questo caso è soffusa, morbida, non prepotente, sfiora le forme,
dà loro il giusto risalto.
Nella seconda foto addirittura Borromini rinnega l’architettura:
non tanto per i lacunari, piuttosto profondi o la trabeazione incurvata,
quanto per l’arco che sottende il tutto. Come vedete la parte che
poggia sulla trabeazione arrivato al culmine dell’arco (chiave),
si torce: l’architettura diventa un particolare scultoreo, la scultura è architettura. È intuitivo
che tali artifizi hanno una loro bellezza in piccoli edifici (San Carlo
entra in un pilastro di San Pietro). È anche da dire che Borromini
partiva da una pianta e sviluppava in seguito i volumi, cosa che lo portava
a dover elaborare soluzioni architettoniche piuttosto audaci. Eppure
sono circa 350 anni che è in piedi.
Nel chiostro, si assiste alla completa frantumazione del codice classico:
i capitelli dorici non hanno abaco, è come riassorbito dalla trabeazione,
ma anche questa è abbreviata; gli angoli della struttura sono
smussi, come se qualcosa dietro premesse. Poi, i balaustrini invertiti
(non inventati da Borromini) creano morbidi passaggi di luce.
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13
- Palazzo Massimo alle Colonne è il primo
edificio con una superficie curvilinea, situato lungo corso
Vittorio Emanuele, all’altezza di corso del Rinascimento.
Fu realizzato nel 1500 su progetto di Antonio da Sangallo,
su una costruzione di epoca romana.
Meno fortunati sono stati altri edifici rinascimentali, di
cui abbiamo solo disegni. |
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Febbraio
2004
Carlo
Cellini
Foto
realizzate da Carlo Cellini, Fabio Cellini ed Ermanno Paolini
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